4 dicembre 2019
Mar dei Caraibi
Miglia percorse da Mindelo: 2060
Posizione: praticamente a 33 miglia da St. Lucia, appena passato il 60° meridiano ovest ed appena sopra il 14° parallelo nord, a circa 850 miglia dall’equatore.
Siamo quasi arrivati, un oceano inghiottito in 13 giorni di vela assoluta, appagante e mai troppo violenta. Il mare ed il vento sono stati generosi, Ariel straordinaria, forse sopra le aspettative, come se fosse a casa sua, e noi suoi graditi ospiti, a Lei più che a noi va tutto il merito. 2100 miglia circa in 310 ore, ora più ora meno, ad una media complessiva di 6,8 nodi, senza uso del motore se non per farlo girare un pò, a dare il cambio in un paio di occasioni al generatore per ricaricare il parco batterie, ma senza la necessità di usarlo come propulsore perché il vento non ci ha mai lasciato soli.
La produzione di energia alternativa mediante i pannelli solari fissi ed il silent wind (generatore eolico) ci hanno soddisfatto anche se non sono sufficienti a garantire totale autonomia in mare senza usare il generatore a gasolio, cosa che fanno invece in rada od in porto, dove i consumi si riducono per il non uso degli autopiloti e della strumentazione.
Ariel è dotata di numerosi apparecchi per la navigazione strumentale e per la sicurezza, sempre doppi e costantemente accesi 24 ore al giorno, due autopiloti che lavorano in sincrono per dimezzare la fatica, costantemente in uso, ed un altro di back up che facciamo lavorare per qualche ora ogni tanto. Si sta al timone solo in occasioni particolari, per necessità di governo manuale in caso di cambi di vele, o per situazioni di mare particolarmente impegnativo o per puro piacere, altrimenti l’autogoverno con modalità a vento, ovvero si regolano le vele e l’autopilota si comporta esattamente come farebbe un timoniere sentendo il vento, e modificando pertanto la rotta a seconda della sua direzione. Questa modalità negli autopiloti di ultima generazione garantisce un minor consumo e soprattutto in off shore maggiore sicurezza perché sa gestire i cambi di vento semplicemente modificando la rotta. Sia Raymarine che Lewmar, i due brand dei nostri autopiloti si stanno rivelando molto affidabili.
Abbiamo prodotto circa 2000 litri d’acqua e non ci siamo mai fatti mancare il comfort della doccia mattutina o pomeridiana, abbiamo fatto ginnastica a giorni alterni e sempre condiviso pranzi in pozzetto e cene nella “taverna sull’oceano” comodamente seduti a tavola, anche quando il mare non era proprio gentilissimo. Purtroppo è mancata la pesca; o meglio in 3 occasioni 3 enormi pesci si sono attaccati alle nostre esche artificiali, come si fa di solito, ma in tutte le occasioni il filo ha ceduto per la troppa forza. Abbiamo attribuito questo problema a due fattori: 1 la velocità sempre alta (oltre agli 8 nodi), e l’armo della canna da pesca preparato forse per una pesca mediterranea e non oceanica, ma dico forse perché è stato fatto preparare da chi lo fa di mestiere, ma purtroppo si è rivelato un punto debole. Provvederò a S Lucia a modificare completamente il binomio filo/esca confidando sulla sicura maggiore esperienza dei fornitori della zona. A giudicare però dai contatti radio SSB con alcune barche della flotta è emerso che la pesca non è stata fruttuosa per molti in questa ARC, soprattutto per i più veloci, pertanto crediamo che il fattore velocità abbia influito in maniera considerevole.
Fortunatamente non registriamo inconvenienti particolari se non il fissaggio del bompresso, la girante del generatore ed un “colpo di coda” della Genny alla luce di via verde a dritta, divelta, ma che abbiamo riparato nella prima tratta tra Las Palmas e Mindelo e la recente (ieri sera) rovinosa caduta di Fabrizio per colpa di un’onda assassina, sulla seggiola regia del comandante, che ha irreparabilmente ceduto, però salvando l’amico da danni forse peggiori.
Equipaggi misti in entrambe le tratte, di neofiti e di più esperti.
In questa tratta una lode a Maurizio, armatore di uno Zuanelli 40, affidabile navigatore che aveva bisogno di confrontarsi con l’oceano e con chi lo ha già attraversato più volte; fedele e preciso nelle manovre, presente in entrambe le tratte e nominato da subito a ragione e con merito mio secondo; tra le righe… probabile che diventi armatore Hallberg Rassy in un prossimo futuro.
Fabrizio, medico psichiatra alla vera prima esperienza di mare off shore, prudente, osservatore e disponibile ad apprendere l’arte marinara; passeranno alla storia di Ariel le serate alla Taverna dell’Oceano a filosofeggiare sulla storia, la medicina, le religioni e tanto altro dalle origini ai giorni nostri.
E poi c’è Renzo, buono, gentile e disponibile, esperto più di tessuti che dell’universo “barca a vela”, anche se lui, da armatore di un 31 piedi, è convinto del contrario; va però detto in suo onore che ai cambi vele ed alla strambata con genoa tangonato di ieri (cambio di rotta con il vento in poppa), che il carica basso, il carica alto e la ritenuta del tangone, (i veri ossi duri per tutti i naviganti) hanno finalmente trovato una collocazione più chiara.
Nella prima tratta abbiamo avuto Marcello, Fulvio e Beppe, due piloti ed un giornalista in pensione, approcci diversi al mondo mare e vela. Marcello, di estrazione militare, collaudatore di Tornado, ha risolto brillantemente il problema tangone con una procedura scritta, che non dimenticherà mai. Fulvio, più Naif, il pilota di linea, lo ha fatto suo con un metodo diverso, meno sistematico, ma ugualmente efficace. L’avere avuto a che fare con rotte, meteorologia, strumenti di navigazione, sebbene in cielo e non in mare, li ha fatti entrare presto in sintonia. Beppe, il creativo, giornalista e anch’egli armatore e velista non alle prime armi ha contribuito piacevolmente alla navigazione e con Marcello, anche ed in modo ampiamente soddisfacente alla cucina di bordo, e scrivendo alcuni pezzi pubblicati sulla stampa on line, che continueranno ad uscire fino all’arrivo in Australia.
Ora metteremo Ariel a riposo per un mese, tutti a casa e ritorneremo con la preparazione della World ARC che partirà da S. Lucia il 10 gennaio 2020 mcn altri amici a bordo e soprattutto con Cecilia. Continuate a seguire le avventure di Ariel su www.arielHR53.com e sul La Stampa on line.
Qui tra poco albeggia, sul plotter mancano 26 miglia, cominciano a comparire le prime navi e le prime barche in avvicinamento all’isola… segni “strumentali” che la terra è vicina, ma già ieri al tramonto un bellissimo uccello nero dalla grande apertura alare, ha volteggiato e planato attorno ad Ariel per oltre mezz’ora, il primo saluto dai caraibi è arrivato dal cielo.
Alla prossima
Paolo & Ariel Crew