Ariel, Oceano Atlantico verso il 50° meridiano ovest
29 novembre 2019
Posizione 15°42′ NOrd 47°34′ Ovest
Miglia percorse da Mindelo 1307
Mancanti a S . Lucia 779
Un’altra giornata all’insegna del vento, nonostante una linea di perturbazione che ha creato instabilità metereologica da ieri pomeriggio, quando verso il tramonto ad ovest e sud ovest il cielo non prometteva nulla di buono. Si correva veloci con la Genny e vento instabile, oscillante dai 12 ai 18 nodi da est, però non mi convinceva la irregolarità ed il nervosismo che mostrava. Decidiamo di ammainare la Genny per la notte e proseguire a vele bianche, a farfalla, con randa ritenuta saldamente e genoa tangonato. Scelta azzeccata. Un groppo ci ha colpito mentre eravamo a cena con il consueto Pollo asado del Corte Inglès, patate e zucchine, fortunatamente accompagnato da un buon vino riserva Rioja del 2012 (è vero che manca la Ceci, ed abbiamo fatto buon gioco a cattiva sorte, però il buon vino non può mancare nella cantina di Ariel, mai; dicevo eravamo a cena ed è iniziata la pioggia ed il vento a rinforzare, ma a dire il vero, quasi non ce ne siamo accorti. Una notte piuttosto mossa, lenta, perchè l’aliseo disturbato è indebolito, indeciso e meno morbido. Ma l’alba è arrivata ed al mio turno (5-8) finalmente ho potuto vedere il mare, ed il cielo e sentire il vento in viso. Trovo uno spiraglio libero da vele, tra il genoa a sin e la randa a dx, c’è spazio per la trinchetta, che apro all’istante guadagnando mezzo nodo secco, e maggiore stabilità, data dalla prua più maschia e potente.
Ma non ci basta. Attendo il risveglio della truppa, e soporattutto del fedele Maurizio, che sa dove mettere le mani, e decidiamo di riarmare la genny, perchè Ariel chiede qualcosa di meglio. Giubbotto, guanti e si va a prua. Prima di procedere ricontrollo il lavoro al musone che mi piace, ma ha bisogno di un ritocco. Paranchiamo ancora l’ala sinistra e si balena l’idea di costruire un ulteriore rinforzo ai movimenti laterali del perno, che una vela di 180 mq o 200 gonfia di vento, sebbene non violenti, però li provoca. Un’ora di lavoro e poi siamo molto soddisfatti e pronti per issare la Signora in Blu. Oggi la palestra è stata fatta a prua. Mentre è a riva sento sul viso e sulla schiena un’aria diversa. Il mare diventa più schiumoso, ochettato. Un occhio all’anemometro e vediamo che sale a 16, 18, 20 nodi, però da sud est, non più da est. Il fiocco tangonato rifiuta, e se mettiamo pilota a vento, andiamo da un’altra parte. Nulla da fare, la Genny torna a letto, il tangone parallelo all’albero, a riposo, ed è tempo di dare aria al magico Code Zero, “the sail in black”, dato che è quasi nera, dalle fibre di carbonio e kevlar del suo tessuto. Oltretutto con questa instabilità sarà più facile ridurre tela. Ecco che alle 10.00 (ancora senza colazione) finiamo l’opera e con angolo al vento di 100° di apparente e 137 reale, Ariel si infila in un binario e la velocità si stabilizza sui 7,8-8,3, con punte a 9,4-9,7 in raffica. L’analisi meteo è praticamente precisa al miglio, anche se non credevamo ad una rotazione così netta. Al network SSB con le altre barche alle 08.00, utile perché capiamo il vento alle altre posizioni, quasi tutti segnalavano un calo di vento ed una lieve rotazione da est ad est sud est, ma fondamentalmente appariva insignificante. Invece è molto utile per la nostra progressione con questa vela pazzesca. Ma non solo, oggi possiamo dire che con “Black”, soprannome del code, abbiamo usato tutto il parco vele di Ariel, trinchetta in appoggio inclusa, e siamo sempre andati con il vento, traverso, laschetto, lascone, poppa piena, lasco stretto, lasco largo: ogni angolo al vento ha avuto la sua vela. Ed è per questo che siamo in testa, solo per avere sempre scelto la vela giusta per il momento. Grazie Dario e Flavia di Olimpic Sails! Good Job!
Regata: dalla analisi delle posizioni alle ore 12.00 siamo la lepre da rincorrere ed ogni giorno allunghiamo di qualche miglio, e se lo abbiamo fatto andando piano… Oggi quindi marinai e velisti alla grande, ma non è finita. Da alcuni giorni sto ristudiando il sestante ed un modo semplice di utilizzo a bordo. Molto mi è servito il corso di due ore che ha fatto lo skipper dell’ARC a Las Palmas, molto mi è servito rileggere il libro di Mary Blewitte e quello di Sergio Guaita, entrambi dallo stesso titolo “Navigazione Astronomica”, oltre a ripassare gli appunti del nostro Professor Antola del corso fatto in Liguria. In mare piano piano si fa tutto.
Oggi è maturo il debutto del sestante. Comincio dal calcolo della Meridiana. Cos’è? I primi grandi navigatori realizzarono che l’altezza del sole sopra l’orizzonte poteva dar loro un’idea della latitudine alla quale si trovavano; una conquista enorme soprattutto quando compresero che il calcolo della latitudine sarebbe stato molto più preciso se avessero osservato l’altezza del sole nel momento in cui culmina a mezzogiorno al passaggio dal meridiano dove si trovavano. Il calcolo approssimativo del mezzogiorno al nostro meridiano (- 2 da Greeenwich) mi ha permesso di mettermi ad osservare il sole in ascesa per gli ultimi minuti, vederlo culminare e poi ridiscendere. Osserviamo che il nostro mezzogiorno è in realtà alle 12.08 (culmine del sole) e la lettura lo dà a 50°56′, prendo i dati, al carteggio calcolo con le effemeridi e tutto ciò che ci vuole, e WOW!!!! LA LATITUDINE NON OSSERVATA SUL PLOTTER MA ESTRAPOLATA DAI CALCOLI ed apparsa con un numero scritto a matita! e con una manciata di primi di errore! Non ci credo. Come se improvvisamente capissi tante pagine di navigatori che ho divorato in questi anni di mare; come se si diradasse una pagina nebbiosa, opaca, non chiara: la Meridiana! ora non è più un segreto per Ariel. Tra l’altro è importantissima perchè andando verso ovest, ovvero per 270, più o meno, prima o poi tocchiamo terra da qualche parte, però sapere a che latitudine è fondamentale, se arrivi a Cuba o Santa Lucia. Ovviamente sto parlando in assenza di strumentazione. Stasera la riprova, se le nubi ce lo permetteranno, ovvero la misurazione della altezza della Polare, vero faro del firmamento dell’emisfero nord, la cui altezza misurata col sestante ci dà conferma della latitudine calcolata alle 12; solo che è più difficile pescarla perché il cielo è lattiginoso e pieno di nubi di questa frangia della tropical wave. Vedremo. Non potete pensare la soddisfazione immensa per questo piccolo altro pezzettino del puzzle infinito dell’arte marinaresca. Da domani ogni giorno calcolo della meridiana, e quando sarà diventato un gioco semplice passerò alle rette d’altezza ed al calcolo della longitudine. Step by step.
Stasera brindisi ufficiale per la conquista! Ieri sera abbiamo acceso la tv per la prima volta, l’equipaggio ignaro della possibilità di poter vedere DVD, film od altro è rimasto piacevolmente sopreso. Abbiamo visto un documentario sul Pacifico Dimenticato, uno spaccato di ciò che ci aspetterà nei prossimi mesi; oltretutto si utilizza lo schermo TV anche come ripetitore del PC per visualizzare in grande i grib meteo e le sinottiche che puntualmente ci arrivano da Navimeteo. Ed anche oggi è scappato il tema del ritmo… che non è solo sonno veglia. Ma arriverà, intanto abbiamo soporannominato la cabina dei letti a castello “LA STANZA DEI SOGNI” perchè chi si corica lì non dorme, precipita rapidamente in zona REM e sogna come un bambino. Il fatto è che stiamo scoprendo che sia a prua che a poppa gli effetti sono in realtà simili. Ne parliamo domani, che stasera quando ci troviamo nella Taverna sull’oceano, devo interrogare il Dr. Gambini sul tema sogni… che sicuramente, da uomo di scienza e cultura, saprà darci un punto di vista dall’interno della psiche.
A domani
Paolo & marinai di Ariel