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Dall’oceano Atlantico: la luna e l’oceano

Postato su 24 Novembre 2019 da Paolo Casoni

Oceano Atlantico – DOMENICA 24 NOVEMBRE –

Posizione 15° 38′ NOrd 033°28′ Ovest
MIglia mancanti a S. Lucia 1594
Miglia percorse da Mindelo (Capo Verde) 498

Vento da Est- nord- EST, (IL VERO ALISEO) debole da 12 a 16 nodi
Ariel con Gennaker blu a sinistra e genoa tangonato a dritta.
Angolo al vento di 160° e rotta 267/270 quasi in ortodromia verso S. Lucia.
Velocità dai 6 agli 8 nodi a seconda della pressione che a volte aumenta e ci fa correre

Cielo stupendo, tipico da condizione di aliseo con batuffoli bianchi in un azzurro intenso, temperatura in aumento sui 27 gradi di giorno e 22 di notte.
Entriamo in luna nuova, ultimo quarto l’altro ieri.

Oceano Blu cobalto con migliaia di pesci volanti ed i nostri amici pennuti del cielo, mai stanchi e curiosi.

LA LUNA E L’OCEANO

Ieri prima notte buia, senza luna, anche l’ultimo quarto ci  ha salutato al finire dell’ultima notte, e la nitida mezzaluna si tuffava a sud est dietro un orizzonte nero.
Cosa ha a che fare la luna con l’oceano? A parte che le fasi lunari regolano centinaia di equilibri umani e non, dalla crescita dei capelli alla risposta del vino all’imbottigliamento così come regolano le nascite delle partorienti e l’andamento delle  maree. Una sottile guida nascosta a molti eventi che viviamo quotidianamente, senza saperlo ed a volte solo tramandati da generazioni antiche. Anche qui in oceano, apparentemente disabitato solo perchè è immenso, vivono per mesi i pescatori d’altura, con  navi attrezzate per la pesca del tonno, dello spada, del Marlin e dello squalo (molto ricercato in oriente); salpano dall’africa o dalle canarie e vivono in oceano per due mesi circa, o meno se la pesca è stata generosa, o più se il carico delle celle frigorifere è ancora scarso. Con uno di loro, attraverso l’amico Camillo dello Swan 44 attraverso i magici invisibili contatti radio SSB abbiamo scoperto che la luna regola tutta la loro pesca. In luna calante, ultimo quarto e verso luna nuova, per i 28 giorni successivi l’oceano in regime di aliseo si calma, riposa; i venti generosi soffiano meno intensi e le onde ritrovano un regime di lento respiro. Per loro è il momento di farsi trovare pronti, perchè la vita a bordo è più agevole e la pesca più ricca. Al finire del ciclo di luna nuova, con la crescente, dall’ultimo quarto prima della luna piena, ecco il risveglio del grande mare, i venti si fanno più tesi, le onde più maestose, come un vero risveglio del padrone di casa. Per i pescatori d’altura è tempo di rientrare, e se devono restare ancora fuori, sanno che per loro il prezzo da pagare per una notte di luna è quello di un mare più nervoso, a volte agitato e sicuramente più scomodo.
Oggi è domenica e mentre la vita oceanica scorre veloce, dedichiamo tempo alle faccende di casa. Oggi panificazione, si fa acqua, lavatrice per essere puliti e freschi e si da inizio al fitness di bordo, oggetto di una prossima pubblicazione, data la scarsa presenza in letteratura di come il nostro corpo a bordo di una barca per 20 giorni possa soffrire di un cronico e sordo intorpidimento se non adeguatamente stimolato.
L’estate scorsa ho studiato e preparato attrezzi per una piccola palestra sul castello di poppa, per cui con l’instancabile Maurizio abbiamo lavorato un’ora buona ora mettendo a punto un programma di tonificazione muscolare per pettorali, bicipiti, spalle e tricipiti,con l’ausilio di vari elastici collocati in punti strategici; poi abbiamo inserito, da veri allievi di una personal Bulgara, e per farle onore, il “Bulgarian Squat”, e il “Sumo Squat”, in equilibrio tra rinvii di cime a protezione, paterazzo e panche di poppa. Ma ha ben funzionato. Nei miei studi medici relativi ai problemi di salute in lunghe navigazioni, le più frequenti patologie sono legate alle articolazioni, ai muscoli ed ai tendini per gli arti inferiori e superiori, per colpire poi la colonna vertebrale in quei casi in cui coesistono (e chi non ne soffre?) discopatie o la ubiquitaria e diffusissima artrosi. Sono le distorsioni e gli strappi muscolari da movimenti rapidi e poco usuali ed il “mal di schiena” o da “cervicale” da posture non consuete e da torsioni rapide senza pensare che passare da una scrivania ad una veliero oceanico può riservare sorprese non sempre piacevoli. Anche nelle regate in equipaggio intorno al mondo, tipo la Volvo Ocean Race, dove sono atleti giovani e preparati, in una percentuale che va dal 10 al 25% dei casi vengono riportati probelmi articolari e muscolari. Da qui l’idea ed ora la progressiva realizzazione di un manuale con gli esercizi indispensabili per mantenere un corpo elastico, infatti a chiudere l’ora di fitness 10 minuti di stretching, con esercizi presi da ” The stretching Bible” di Lexie Williamson, dove vengono riportati particolari e semplici esercizi per ogni tipo di situazione. I nostri nuovi membri dell’equipaggio, Renzo Baldanzi, imprenditore in pensione (ma di fatto lavira ancora nell’industria tessile) ed il cugino Fabrizio Gambini, psichiatra e psicanalista, anch’egli “pensionauta”  dal SSN, ma libero professionista in attività, hanno però evitato i consigli del medico e solo osservato come si impianta la “fitness room”, senza tuttavia partecipare se non con un paio di scatti. Quando si cambia equipaggio si creano nuove sinergie, ed ognuno porta ciò che di meglio ha; ci hanno lasciato piloti ed il giornalista, e sono arrivati un medico-filosofo ed un epserto del tessile. Ariel ascolta i nostri discorsi che spaziano da Freud a Baricco e Loropiana, come silenziosa sentiva parlare di atterraggi di fortuna o di cronache nere nella Torino delgi anni 80′, a volte sorride, ma solo perchè è felice di essere qui.
Stamani il nostro Fabrizio, o melgio il Dr. Gambini, ha scritto una pagina di diario che riporto per intero, e che dedica ad Ariel ed a questa esperienza:

”  Arrivato al Marina di Mindelo, ho chiesto di Ariel, la barca di Paolo e Cecilia che ci avrebbe portato di là dall’oceano a SAnta lucia ai Caraibi. Avevo appena iniziato a fare lo spelling del nome, quando la gentile signorina dell’ufficio dell’ARC mi ha sorriso dicendo :”oh yes,the little marmeid” . MI ha sorpreso perchè non avevo pensato ad Ariel come una sirena in versione Andersen e Disney. Con le sirene non ho un bel rapporto; da Omero in poi i marinai le temono molto più di quanto le amino. Piuttosto avevo pensato allo spirito dell’Aria che serve Prospero assieme e contro, al terragno Calibagno. Perchè questo si è rivelata Ariel, uno spirito tra cielo e mare. SPinta dal vento, dal soffio divino, dall’anemos, solca il mare facendosi liquida nell’onda, diventando parte dell’onda, fondendosi con lei e cavalcandola con gioia. Poi c’è Paolo che con Ariel ha un rapporto magico, le parla e l’ascolta. La loro comunicaizone è continua, fluida, senza separazioni. Il rapporto che c’è tra loro è come quello tra mare ed aria: una superficie liquida che fa sì che l’uno non sia l’altro, ma allos tesso tempo una superifcie che non esisiste. Dove c’è l’uno c’è l’altro e la separazione tra i due nessuno sa dove sia. Grazie Ariel,Obrigado. ” di Fabrizio Gambini

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