Domenica 5 aprile 2020
Marina Taina, Papeete, Tahiti, Polinesia Francese
Ariel riposa stiracchiata dalle trappe e dagli ormeggi mentre un residuo stanco di un respiro oceanico arriva in laguna, frenato da un reef fortunatamente esteso a fare da barriera e non capisce perchè la danza oceanica sia già finita. La nostra casa a Papeete, dove le giornate si illuminano dalle 6, per spegnersi alle 18, rispettando il modello matematico equatoriale delle 12 ore di luce e 12 di buio. I nostri ritmi si sono adeguati a questo modello anticipando di un paio d’ore ogni attività. Ci alziamo quindi non più tardi delle 7 meno un quarto, quando il sole è già una spanna buona sopra l’orizzonte, per la consueta camminata di 3 km prima di colazione. Il marina è abbastanza grande da soddisfare le nostre esigenze con un doppio giro comprendente un pò tutti i moli possibili, modello criceto; ma la viviamo come una grande fortuna in questo momento che chiude il pianeta in una morsa sempre più stretta. A colazione pianifichiamo la giornata trovando per ognuno una ragione di essere. Ariel ci occupa un paio d’ore al giorno per la manutenzione straordinaria dove controlliamo le usure, tutti gli apparati, gli impianti idraulico ed elettrico, il rigging, le vele, la coperta, il motore ed il generatore, cercando di fare quello che rimandi sempre ed alla fine non fai mai. Lei sembra gradire le coccole. Due di noi a turno si preparano con mascherine, guanti e disinfettante idro alcoolico anti-covid per raggiungere il supermercato per le provvigioni di due giorni. Ed arriva in un attimo mezzogiorno. La nostra Ceci aiutata a turno da Beppe e Margherita coordina una cucina impeccabile in qualità e varietà, tanto da rendere i momenti del pranzo e della cena impagabili occasioni di condivisione, come in una famiglia allargata che ha dovuto prolungare la convinvenza, sebbene non più costretta dall’attraversare un oceano. Per questo devo dire un grande equipaggio, in mare come in terra. Il pomeriggio sembra cortissimo. Non abbiamo capito perché, ma è subito sera. Le ore terribili sono dalla una alle 3 dove il sole è implacabile ed il caldo davvero opprimente. Fortunatamente il condizionatore rende piacevoli anche queste ore.
Poi ci prendiamo un’ora d’aria; abbiamo infatti soprannominato così una fuga controllata in laguna con il tender, per rubare uno sguardo di una razza svogliata o quello dei pesci trombetta che numerosi ti guardano incuriositi entrando e uscendo come pazzi dai loro piccoli rifugi nelle teste di corallo del reef. Un corallo morto, solo in ripresa in alcuni punti. È la temperatura dell’acqua che negli ultimi anni si è alzata forse un po’ troppo. Anche qui in laguna, come nelle strade c’è silenzio. Non circolano barche se non qualche timido gommone che non rispetta le regole, magari per raggiungere il marina per far scendere un piccolo per giocare a palla, come è il caso di una coppia francese, bloccati con il loro catamarano, o di due signori inglesi che vengono a riempire le taniche per l’acqua. La laguna è piena di barche all’ancora, alcune tristemente abbandonate ed altre vivacemente abitate, però tutte impossibilitate a muoversi. Alle 5 si torna a casa, doccia ed ognuno si dedica al fitness, chi nella palestra di bordo (il sottoscritto), chi sulla banchina (Maurizio), e chi all’ombra gentile di ignote piante tropicali, sulla pavimentazione di legno, sollevata come una palafitta rasoterra, di un bar ristorante disabitato, anch’esso vittima del covid (Cecilia e Beppe), mentre Margherita va a correre. Quando fa buio ci ritroviamo a bordo per un’ora di descanso, una birra analcolica, una perrier, (alcool finito e non più in vendita fino al 15 aprile), mentre ognuno apre la porta sul mondo del proprio smartphone. Il TG francese delle 19 (delle 7 in Francia), non lo perdiamo mai, sebbene non sempre rilassante per le notizie relative alla pandemia, ma necessarie per rimanere confinati, ma informati. Non vi descrivo le cene, però sempre di grande livello, e passiamo dai tranci di tonno scottati su crema di broccoli, al filetto alla griglia, oppure alla pasta alla con pesto, patate e fagiolini, ricetta originale genovese di Margherita. La serata, che è mattina in Italia, il più delle volte è dedicata alle comunicazioni con chi non è qua con noi, almeno per un’ora, perchè poi molte volte si va al cinema “Ariel”, anche se siamo ormai alla fine della nostra cineteca e speriamo di poter scaricare qualche nuovo film sfruttando il lento wifi della capitaneria, quindi un lavoro che va pianificato con pazienza (ci vorranno 2 ore a film).
Ma la nostra fantasia italiana non finisce qui, e dato che la permanenza si preannuncia lunga ed a tempo “indeterminato”, in quanto riceviamo quaotidianamente notizie di un mondo che si chiude sempre di più, abbiamo pensato di mettere a disposizione della comunità di velisti bloccati qui un servizio Medico gratuito di consulenza, di ecografia ed eco color doppler (abbiamo a bordo infatti un apparecchio portatile, peraltro già usato in una occasione alle Galapagos per scongiurare una tromboflebite sospetta di un turista), per aiutare le scarse opportunità che uno stanziale in porto come noi può avere per sentire il parere di un medico; il secondo progetto, non meno ambizioso, è quello di proporre un “Ariel Gourmet” con un take away tutto made in Italy organizzato e preparato da Cecilia, Margherita e Beppe, con prenotazioni 24 ore prima e fornitura di piatti pronti. So che stanno lavorando al ricettario e vi terremo informati.
Al momento si hanno poche notizie relativamente a come proseguirà questa avventura, se e quando potremo riprendere il mare, e per dove! L’obiettivo degli organizzatori dell’ARC è di fatto una speranza di ottenere la possibilità di essere accettati alle Fiji od alle Vanuatu per poter almeno arrivare fino in Australia, meta sicuramente più sicura per evitare la stagione dei cicloni, che va da ottobre a marzo/aprile. A proposito infatti si sta formando un potente ciclone tardivo (siamo infatti alla fine della stagione loro concessa), che attualmente è alle Vanuatu, per poi passare pesantemente sulle Fiji e sulle Tonga per andare a spegnersi a nord est delle coste neozelandesi. Tahiti non è fortunatamente nella traiettoria, tuttavia ci aspetteremo una swell (onda oceanica) molto consistente, che potrebbe superare il reef e rendere l’ormeggio poco sicuro. Alla luce di queste notizie meteo abbiamo infatti chiesto alla capitaneria di spostarci, se possibile, dentro il porto e non sulla banchina di sovraflutto dove siamo adessoa. Anche in porto, quando si va per mare, non bisogna mai trascurare la sicurezza, se non dell’equipaggio, soprattutto per Ariel, in questo caso. Ultima novità della giornata è che stasera abbiamo iniziato le prove di trasmissione con Rai 2, infatti siamo stati contattati dalla nostra emittente che dedicherà una parte della puntata di “Fatti Vostri” di martedì 7 aprile alle 11 del mattino sulla tematica che ci ha investito: il giro del mondo interrotto dal Covid (clicca qui per la puntata in streaming su RaiPlay, al minuto 1:42:27). Tutti davanti allo schermo martedì! La radio Rai Radio 1 invece ci ha già intervistato per la trasmissione “Radio di bordo” andata in onda sabato 4 aprile alle 10 del mattino e reperibile ora su RaiPlay. Ci insegna Minello, il nostro giornalista della Stampa, che loro sono costantemente alla ricerca di qualcosa di particolare da trasmettere o scrivere, e soprattutto in questo anomalo periodo di esilio collettivo e di carenza di notizie, a parte il covid, tutto può fare spettacolo, anche noi.
A presto da Ariel e seguite anche il sito www.arielhr53.com e www.lastampa.it (rubrica sul mare)
Paolo & Crew