Alla luce delle recenti scoperte su quanto la salute dell’uomo possa dipendere da elementi che fino a pochi anni fa erano considerati appartenenti a sole patologie d’organo, oggi si può affermare che l’interazione di ogni stipite cellulare, sia esso del sistema nervoso centrale, del cuore, del polmone o che regoli il sistema immunitario, va intesa come un’entità complessa e interagente, dove uno dei direttori d’orchestra sono i germi che abitano nell’intestino.
La popolazione di microrganismi che colonizza l’intestino si chiama microbiota ed è in grado di influenzare la regolazione della digestione e del metabolismo, sintetizzando vitamine e rilasciando molecole che contribuiscono al benessere intestinale, ma ha anche altri importanti ruoli, come cooperare con il sistema immunitario. Inoltre, è stato individuato il ruolo che i metaboliti prodotti dai batteri intestinali hanno sull’attività del sistema nervoso centrale, inclusa la regolazione dell’umore, dello stress e del senso di sazietà, conquistandosi l’appellativo di “secondo cervello”. Il microbiota è un’entità soggetta a variazioni, cambia nel corso della vita, adattandosi alle diverse fasi dell’individuo, e viene modificato da fattori esterni, come la dieta, l’ambiente o la mole di stress cui siamo sottoposti. Il mantenimento dell’equilibrio della popolazione microbica intestinale si definisce comunemente eubiosi, mentre la disbiosi è l’alterazione di questo equilibrio, che può essere associata a diverse condizioni patologiche.
OBIETTIVI E PROCEDURE
È proprio nell’ambito di questi aspetti ancora poco esplorati che si inserisce la ricerca del progetto Seaforlife, il cui scopo finale è quello di dimostrare che il contatto con la natura in un ambiente libero da stimoli che non siano il mare, il cielo e il ritorno a ritmi guidati solo dall’orologio astronomico possono condurre a uno stato costante di eubiosi.
Scopo della ricerca è quello di valutare le variazioni del microbiota intestinale e dei livelli di stress in condizioni di particolare isolamento e nella fattispecie durante lunghe navigazioni a vela in oceano, con alimentazione controllata. Tali obiettivi sperimentali sono scaturiti dal riscontro oggettivo misurato clinicamente in numerosi soggetti durante vari periodi di permanenza in mare per quattro o più giorni.
Le evidenze cliniche si sono espresse mediante il rilevamento di regolarizzazione di parametri fisiologici come il ritmo sonno-veglia, la qualità del sonno nonostante i turni imposti dalla navigazione, una costante regolarizzazione della digestione e dell’alvo per quanto concerne l’apparato digerente, ma con particolare riferimento al tono dell’umore. Si può quindi affermare che l’esperienza clinica valutata su oltre 50 soggetti che hanno navigato con i ricercatori negli anni, ha mostrato una condizione di benessere che merita una più approfondita analisi scientifica.
L’evidenza clinica ha infatti suggerito una probabile influenza sull’asse intestino-cervello, ipotizzando una variazione del microbiota intestinale a favore di ceppi potenzialmente responsabili di regolazioni ormonali riguardanti la serotonina (ormone della felicità), il GABA (acido gamma amino butirrico) e la dopamina.
Le misurazioni che verranno condotte a bordo dello yacht attrezzato Ariel, con apparecchiature computerizzate mirate a calcolare l’HRV – indice di variabilità cardiaca – ovvero come il sistema neurovegetativo si autoregola in condizioni particolari come la navigazione oceanica.
Oltre a questo, i ricercatori del progetto Seaforlife esamineranno come le variazioni postrurali costanti indotte dal movimento in mare (simulando una pedana stabilometrica), potranno analogamente influire sui parametri fisiologici.
Il progetto di ricerca è coordinato dal Prof. Paolo Casoni, chirurgo generale e vascolare, già docente Università degli Studi di Parma, e sempre presente a bordo, dal Prof. Duccio Cavalieri, ordinario di Microbiologia Università di Firenze; dott. Giovanni Zanette (psicoterapeuta ed esperto HRV di Self Coherence – Verona ed il Dott. Cagnazzo Francesco, Università degli Studi di Perugia, esperto nutrizionista dello sport di Roma.
Nove mesi di navigazione percorrendo 20mila miglia
Lo yacht Ariel salperà a novembre da Gibilterra per seguire la storica rotta del brigantino Beagle di Charles Darwin.
Attraversando l’Atlantico raggiungerà prima le isole Canarie, poi l’arcipelago di Capo Verde per arrivare alle coste del Brasile; successivamente inizierà a scendere di lungo l’Argentina, la Patagonia e la Terra del Fuoco. Raggiungerà lo stretto di Magellano, il canale di Beagle e Usuhaia per risalire i canali cileni. Proseguirà attraverso il canale di Panama per sfociare nel Mar dei Caraibi, da dove tornerà verso l’Europa facendo rotta verso i Caraibi e le isole Azzorre. Rientrerà infine nel Mediterraneo a luglio 2024.