(Post pubblicato da Lorenzo Cipriani su Milanto Expedition: clicca qui per il post originale)
“Il coraggio dei marinai non sta nel prendere le onde, ma nell’affrontare le partenze” dice Valerio mentre ci raccontiamo a vicenda le esperienze che abbiamo vissuto in queste due settimane a Lombok. Ed è proprio così, ogni partenza è dolorosa, perché ti lasci dietro tanti ricordi di vita, vissuta intensamente nelle diverse parti del mondo che abbiamo visitato. Ma partire da qui è veramente difficile. La luna cala sulla costa di fronte all’isola di Gili Gede e traccia un sentiero di luce sul mare placido della laguna, domani salperemo e ci lasceremo alle spalle le isole dell’Indonesia per una lunga traversata dell’Oceano Indiano fino all’isola di Reunion.
Porterò con me i ricordi dei giorni trascorsi a fare surf nella baia di Selong insieme a Sandy e alla comunità dei surfisti locali; le notti passate a Kuta, le canzoni cantate a Ratu alla luce di una candela; l’atmosfera di libertà che abbiamo vissuto nel conoscersi e nel raccontarci con Nada, Marianne, Alan, Raymond e Michael. Non dimenticherò mai gli occhi di Kim che mi hanno incantato fin dal primo sguardo sulla spiaggia di Tanjiung Aan; il suo sorriso così gentile e aperto alla vita è un dono prezioso che porto nel cuore. Ricorderò i viaggi in scooter lungo la costa e nelle campagne dell’interno, dove mi sono fermato a parlare con famiglie di contadini, bambini che andavano a scuola tenendosi per mano, un ragazzetto con un fucile più grande di lui, una coppia di anziani dal sorriso sdentato che ho abbracciato da quanto erano belli e felici. La povertà è cattiva e brutta ovunque, ma l’atmosfera che si vive in quest’isola ha sempre il volto della speranza. La speranza di un popolo che sorride sempre di fronte alle tante avversità della vita e alle mille contraddizioni che le nostre società odierne hanno portato.