Venerdì 17 luglio, Oceano Pacifico
Posizione 18°14′ Sud 179°99′,9 ovest…..però dopo 30 secondi….. 179°99′,9 Est
Passaggio del meridiano 180°, ovvero siamo tornati nell’emisfero EST, quindi da adesso ogni miglio è un passo verso casa, non ci si allontana più!
Miglia percorse fino ad ora 1700 e mancanti alla meta a Port Denerau, Viti Levu, Fiji circa 140
cielo parzialmente nuvoloso, oppure parzialmente sereno, ma se sono più le nuvole, come si dice?
Tutto inizia, si compie e poi finisce, anche le tempeste. Così è finalmente per noi, e come da grib meteo progressivamente il vento si placa, così come il mare, mostrando il volto bello dell’oceano, quello che non morsica, ma accarezza. Passare da 40 nodi a 30 è un sollievo per i movimenti di Ariel, sempre veloce, ma ora con una danza più dolce che ci riporta al piacere primordiale del cavalcare un oceano. Strano, ma si dimentica tutto in un attimo. D’ora in poi avremo condizioni piacevoli, di aliseo in progressivo calo che si arresterà sabato 18 per una bassa pressione prorpio sopra Viti Levu, e saremo nel centro della stessa, con zero vento e pioggia. Probabilmente.
Ma intanto godiamo di due cose molto particolari, una il passaggio del meridiano 180, che è come passare il meridiano zero a Greenwich, che tante volte facendo rotta verso Gibilterra lo abbiamo attraversato; questo è talmente lontano da noi che suscita una emozione forte, soprattutto perchè è come quando lo scalatore arriva in vetta, non può più salire, così come noi, la terra l’abbiamo percorsa per metà (anzi, oltre metà, perchè il meridiano corrispondente all’Italia non è il 180° ma il 168°); l’altra condizione che viviamo è il passaggio del cambio di data. Al 173° meridiano, per convenzione e per calcolo si passa direttamente al giorno dopo. Infatti per noi il 14 luglio non è mai esistito, siamo passati dal 13 al 15 in un attimo. Ora infatti come fuso siamo a + 10 ore dall’Italia.
L’ingresso nell’arcipelago delle Isole Fiji (centinaia di piccole isole, gettate a caso nell’oceano) comincia oltre 200 miglia dalla isola maggiore, nostra meta, con alcuni passaggi tra gli atolli, esito di chissà quali eruzioni che lasciano pensare a catene montuose sottomarine tanto da portare i fondali da 3000 metri a poche centinaia. Le passe qui sono enormi, di 15 miglia in larghezza, e gli atolli non si vedono, però la cartografia digitale non è precisa per i più piccoli, pertanto bisogna prestare molta attenzione, soprattutto di notte, e scegliere una batimetrica sempre molto sicura.
Passiamo la passe alle 18, al tramonto, ma come al solito il cielo è grigio e la percezione di entrare in un’immensa laguna, dove la potenza dell’oceano è mitigata solo dalle catene montuose sottomarine, come una diga ideale, è data solo dal mare che in poche miglia si calma, alleggerisce la sua energia e diventa più simile al nostro mediterraneo che non all’oceano. Questo è bene, perchè sale il comfort a bordo e finalmente possiamo lasciare il piatto senza sorveglianza.
Un centinaio di miglia prima di entrare nelle acque più riparate dell’arcipelago, mentre con Lorenzo studiamo la cartina, veniamo colpiti da una strana zona dove i fondali passano da 3000 metri a 30, come se un picco montagnoso arrivasse quasi a costituire un’isola, ma non ce la fa, si ferma 30 metri sotto di noi. Questa zona si estende per circa 20 miglia di diametro e notiamo che la nostra rotta passerà proprio sopra la zona sospetta, dove anche la carta nautica segnala possibili turbolenze, senza che tuttavia riusciamo a trovare descrizioni di altri marinai a darci consiglio. Prudentemente modifichiamo rotta ed assetto velico per lasciare la zona alla nostra sinistra di alcune miglia mentre stiamo entrando nella notte, solo lievemente rischiarata da una luna calante.
Lascio il turno a Lorenzo dalle 23 alle 2 e precipito in un sonno profondo, ristoratore più di ogni altro quando si naviga. Un’ora dopo mi chiama perché il vento è precipitato da 20 nodi a zero, dico davvero zero, in 1 minuto, le vele sbattono ed Ariel affidata solo all’abbrivio rallenta fino a fermarsi, turacciolando sculacciata dalle onde ancora formate. Secco di vele e motore, mentre non sappiamo commentare se non affidando solo la colpa alla bizzarrìa di questo pacifico, gli occhi mi si richiudono e lascio completare il turno a Lorenzo mentre il consueto ronzio di Oliver (il motore) mi riporta da Morfeo.
Quando ritorno per il mio turno Lorenzo è scosso, e vi rimando al suo diario, perché quella notte sono successe cose strane. A motore Ariel avanzava regolarmente a 6 nodi, poi d’improvviso si percepisce come se fosse frenata, gli strumenti passano a 3 nodi, poi la sento come presa per un fianco, e la prua si sposta di 40 gradi, poi corre a 7 nodi, poi rifrena, una situazione davvero insolita e molto strana. Lasciamo che prosegua così disturbata il suo cammino, e scoprirò poi che sia Lorenzo e Cecilia hanno sentito voci, come di fantasmi, forse anime di vecchi marinai, o forse solo suggestione, o forse l’energia mescolata del vulcano con l’oceano, terra ed acqua, troppo vicini ed entrambi potentissimi.
Cosa altrettanto strana, ma questo lo scopro solo la mattina… uno strumento che calcola il numero delle miglia dalla partenza da Bora Bora fino a qui, è diverso, e compare un numero diverso, un 5170… incomprensibile. Misteri delle influenze della natura. Ricordo un’analoga situazione quando attraversammo lo stretto di Messina, nottetempo, in piena eclissi lunare un paio di estati or sono, quando d’improvviso tutti gli strumenti andarono letteralmente in stand by, oscurando ogni lettura strumentale (Radar, AIS, Autopilota), mentre anche la bussola oscillava di 30 gradi in modo davvero insolito. Mistero e magia delle potenti energie che ci sovrastano.
Ed eccoci quasi alle Fiji, popolate da due etnie, quella locale, proveniente dalla Melanesia, e quella Indiana, diciamo primi a convivere con i locali, da 5 generazioni circa. Prima sotto il Commonwealth, ENGLISH a tutto tondo, ora autonoma, sebbene non riescano a togliere dalla bandiera Fijana la nota effige della bandiera britannica. Indiani e Locali non sono mai andati d’accordo. Imprenditori scaltri e forti lavoratori i primi, pigri e poco inclini al lavoro ed alla fatica i padroni di casa.
Ora il mondo Fijano è diviso in una parte commerciale, ovvero il business è gestito dagli indiani, al 100%, mentre la vita politica ed amministrativa dai Melanesiani (etnia d’origine), che non vogliono per nessun motivo che i non autoctoni possano un domani avere potere politico, anche dopo 5 generazioni. Il potere politico è locale. Con questo potere ci dobbiamo scontrare, perché se da un lato hanno bisogno di noi perchè le Fiji vivono prevalentemente di Turismo (oltre alla canna da zucchero), – ed in tempo di pandemia il turismo è morto – dall’altro restano fermi nella loro intricata e ridondante burocrazia. A Bora Bora lavorammo una mattina per compilare le 14 pagine del primo plico richiesto, per ogni persona e per ogni barca; poi l’immigrazione e la dogana.
Il primo ministro ha deciso di aprire alle barche in transito, prima ai superyacht (quelli che portano più denaro), poi anche a noi, perché anche gli spiccioli in tempo di crisi vanno bene, però con richiesta di valutare CASO PER CASO la idoneità a mettere piede a casa loro. Ci hanno fornito le coordinate dove andare ad ancorare, con esposte bandiera della barca, bandiera locale di cortesia, e bandiera gialla, a testimoniare necessità di fare le pratiche doganali. Ci chiameranno per radio e saliranno a bordo rispettivamente un medico (visita per sapere se siamo sospetti covid), ci misureranno la temperatura e ci guarderanno la gola (nonostante un covid test negativo e 14 giorni di oceano), poi l’ufficiale della immigrazione per controllare passaporti ecc, poi la polizia (ricerca di armi), poi l’ufficiale di igiene, per verificare che non ci siano animali (impossibile sbarcare con un animale, gatto o cane che sia), verdura, frutta; i vegetali sono proibiti e verranno sequestrati (ecco che stiamo finendo le scorte a botte di cappuccio, patate, cipolle, carote ecc. ecc). Poi forse qualcun’altro a sequestrare gli alcoolici ed il tabacco, assolutamente banditi. Vedremo come sarà questa commedia e vi aggiorneremo nei prossimi giorni, ma dato che tutto ha inizio, compimento e fine, anche le pratiche burocratiche finiranno e riusciremo a passeggiare per Viti Levu.
A presto Paolo Cecilia e Lorenzo (ancora per due giorni).