Sosta a Mindelo, isla de Sao Vicente, Capo Verde
da Venerdi 15 novembre a Giovedi 21 novembre 2019
Siamo arrivati presto, calcolando che ci sono state barche che hanno attraccato domenica mattina, 3 gg dopo di noi. Essere tra i primi ha un grande vantaggio ed uno svantaggio, il primo che ti assegnano solitamnte un buon posto, il secondo invece che il tempo che vorresti impiegare per fare il viaggiatore di terra, non sempre riesci a sfruttarlo appieno perchè c’è sempre qualcosa da fare e qualcuno che ti viene a trovare o qualcuno di altre barche che vuole fare amicizia e con i quali condividi qualche caffè, una birra e molte chiacchierate di mare e vento. E’ il caso di Camillo, armatore di uno Swan 44 del 1983 chetraversa fuori dai circuiti ARC, architetto in pensione, ora coltivatore di ulivi nel gardesano e marinaio oceanico saltuario; Giorgio, armatore di Jan, un Hallberg Rassy 48 nuovo (bandiera USA), cardiochirurgo italo-americano in pensione ed ora giramondo con la moglie Jan, che non casualmente ha dato il nome alla loro barca, e poi si palesa Ken Elman, un omone inglese, armatore e comandante di Caritas, un Contest 50 s, bella barca, e simpatico lui e la moglie, iscritti anche loro alla World ARC e probabilmente anche loro riporteranno a casa il loro Contest con una nave. A fianco abbiamo una piccola barca, di 12 metri, abitata da 3 adulti e 3 bambini, di 4 mesi, 2 anni e 4 anni; sono ovviamente svedesi, o norvegesi, comunque molto nordici e con concezioni educative molto diverse dalle nostre. Sostengono che solo ora che i bambini non vanno a scuola possono intraprendere una esperienza di questo tipo, limitata alla traversata dell’atlantico e permanenza ai Caraibi non si sa per quanto, in quanto del futuro non si può sapere mi dice Kevin Hirsch, dalla passerella del suo Oceanis 40. Non manco di citare Davide Zerbinati, dato che lo citano tutti, il perito tecnico più famoso d’Italia, a bordo del suo Aluaka, veloce scafo di alluminio, progetto Van der staad di 17 metri,con un insolito e retrò timone a barra, ma così è a vita.
Il turista medio che si affida alle agenzie per raggiungere mete più o meno rappresentative della moda del momento, non sa nulla dell’arcipelago di capo verde. Il turista medio sa che c’è l’isola di SAL dove ci sono bei resort, e spiagge incontaminate che dalle foto ritoccate con Photo Shop ti tolgono il fiato, e favoriti dai bassi costi si precipitano, ignari di cosa di fatto li aspetta: il dominatore incontrastato di questi luoghi, il vento. Un vento forte, rafficoso e persistente, 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana; il vento non è mai solo, perchè dove c’è vento ci sono nubi e le isole che sono 10 inclusa la disabitata s luzia, sono caratterizzate da una origine geologica completamente diversa da quella del vicino Senegal, quindi Africana, ma dalla cresta sottomarina vulcanica che ha dato origine alle Azzorre e Madeira, quindi sono isole Montagnose, con un picco di oltre 2500 metri del vulcano (attivo a periodi fino al 1995), i 2000 di S. Antao e le altre con picchi dentro le nubi di oltre 1000 metri. Quindi una catena montuosa emersa dall’oceano spazzata dal vento. Scoperte da un Navigatore un Italiano, ignoto ai più, un certo Alvise Cadamosto, ai tempi, 1462, al soldo del Prinsipe Enrico del Portogallo. Sebbene Italiano la bandiera che fu piantata a Mindelo fu quella portoghese e presto l’arcipelago con indigeni, animali e piante che conteneva, divenne Colonia Portoghese. L’isola che divenne però capitale del regno fu Santiago, del gruppo di quelle così dette di “sottovento”, dove soffia un pò meno impetuoso, e dopo secoli delle solite lotte tra pirati inglesi, spagnoli, olandesi e pure francesi, i portoghesi riuscirono a caro prezzo a mantenerne l’appellativo d “provincia portoghese d’oltreoceano” fino al 1967; ma i capoverdiani sono un popolo dalla grande dignità, tanto da organizzarsi casualmente dopo il 68 in Europa e credere davvero nelle forze giovani indigene, tanto da lottare per ottenere l’indipendenza, dopo l’assassinio in Guonea Bissau del loro Leader Amilcar Cabral, il “CHE” di Cape Verde; indipendenza ottenuta nel 1975. Da allora nasce la Repubblica di Capo Verde, con Bandiera e moneta, l’ECV (ESCUDO) al cambio di 1 euro per 100 escudi, che è uguale a 1 dollaro per 100 escudi (a loro piacciono le cose semplici, ed il cambio della moneta deve essere rapido ) , dollaro o euro è uguale, ma meglio l’euro, lo preferiscono alla grande.
Adesso ho la comuncazione radio SSB con il network della regata, continuo domani.
Intanto per aggiornarvi, siamo partiti spendidamente con un bel f5 al lasco e stiamo surfando in un aliseo generoso e tiepido, che tanto ti infastidisce all’ormeggio e tanto ti riempie di energia qua in mezzo.
a domani
Paolo & Crew