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A Capo Verde dopo 127 ore di fila a vela

A Capo Verde dopo 127 ore di fila a vela
Postato su 20 Novembre 2019 da Paolo Casoni

Di Beppe Minello (da La Stampa del 19/11/2019)

Centoventisette ore completamente a vela. Oltre 850 miglia divorate in meno di una settimana  con un mare forza 8 per la maggior parte del tempo a una velocità media di oltre 7 nodi. Ariel, l’Hallberg Rassy 53 dello skipper parmense Paolo Casoni, e il suo equipaggio di appassionati dilettanti – due ex-piloti, un consulente finanziario e un giornalista – ha tagliato il traguardo di Mindelo sull’isola di Sao Vicente nell’arcipelago di Capo Verde. Le proibitive, ma performanti, per chi ama “tirare” anche in barca a vela, condizioni meteo hanno mandato all’aria le previsioni degli organizzatori dell’Arc Plus (Canarie-Capo Verde- St. Lucia) che ipotizzavano l’arrivo delle prime barche almeno 24 ore dopo. Nel minuscolo e pittoresco porto di Mindelo, dire che c’è stato un po’ di caos sarebbe un eufemismo. Quel giorno, infatti, dall’isola di Capo Verde era in programma la partenza della Mini Transat mentre si ultimava l’imbarco su un cargo di Hugo Boss, lo spettacolare scafo di Alex Thomson obbligato a un mesto ritorno in patria dopo aver perso la chiglia in Atlantico.  Ariel, per un lungo tratto in vantaggio, è comunque arrivata nel gruppo di testa della sua categoria. Il complicato calcolo delle compensazioni dirà l’esatta posizione. 

Un particolare, quello della classifica, che tutti però sembrano guardare con sufficienza: l’Arc non è una regata da conquistare ma da vivere. E non sarebbe altrimenti. Ora in Atlantico, tra le Canarie e Capo Verde e dalla prossima settimana sulle 2.800 miglia che bisogna superare per arrivare ai Caraibi, ci sono equipaggi (pochi) che credono di essere alla Sydney-Hobart e altri (la maggior parte) che si portano appresso anche i figlioletti di pochi mesi e che hanno scelto di affrontare l’incognito affidandosi a un’organizzazione che se non azzera il rischio rappresentato da una traversata atlantica o del Pacifico, ma ne smussa però molti angoli organizzativi regalando ai partecipanti la rassicurante certezza che c’è qualcuno che ti segue mentre sei in mezzo al nulla. A Mindelo, a distinguersi tra gli oltre 90 scafi provenienti da tutto il mondo, c’è  Aluaka di Davide Zerbinati, cremonese di 42 anni, che è arrivato, salvo compensazioni,  prima di tutti. La cosa straordinaria è che il suo equipaggio è formato dagli anziani genitori: «Ho dormito due ore per notte – racconta Zerbinati – e ho sempre e solo usato le vele bianche» vale a dire randa e Genoa.

Le barche dell’Arc rimarranno a Mindelo fino a giovedì 21 novembre quando ripartiranno per il gran salto dell’Atlantico: un paio di settimane di Oceano prima di vedere i Caraibi. A bordo di Ariel ci saranno i primi avvicendamenti tra i membri dell’equipaggio come avverrà all’inizio di ogni tratta – intervallate da periodi di sosta più o meno lunghi  – che dai Caraibi porteranno al Canale di Panama, poi alle Galapagos e, con un balzo di 3 mila miglia fino alle Isole Marchesi e poi all’Australia. L’unica presenza fissa sarà quella dello skipper Paolo Casoni e, dai Caraibi, della moglie Cecilia. Per il primo, un’impresa nell’impresa: far coesistere la professioni di chirurgo vascolare con quella dello skipper.

 

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